Catania, Circolazione Stradale

Aci Castello, il ponte a rischio crollo che può paralizzare tutta l’area metropolitana di Catania

Il Sindaco di Aci Castello: Diego Drago, Via Spagnola, ex SS 114
Il Sindaco di Aci Castello: Diego Drago, Via Spagnola, ex SS 114

ACI CASTELLO – Maledetti ponti, grandi e piccoli, necessari ma costruiti decenni addietro nel punto sbagliato – su terreni argillosi che rischiano di franare, o peggio sul letto di corsi d’acqua che s’ingrossano con le piogge – e che prima o dopo presentano il conto da pagare, più o meno pesante, qualche volta drammatico.

Stavolta tocca ad Aci Castello, territorio già fragile che soprattutto nella stagione delle piogge convive col rischio idrogeologico della collina argillosa e super cementificata al confine con Aci Catena, diventare l’ennesimo emblema di una Sicilia dissestata e lanciare un allarme che va ben oltre i confini del centro rivierasco; tutto per un piccolo ma indispensabile ponte di una dozzina di metri e largo appena cinque, quello di via Spagnola, sulla ex Statale 114, su cui rischia di restare incastrata, da lunedì, la viabilità di una buona parte dell’area metropolitana di Catania, e la mobilità che coinvolge una serie di comuni e un vero e proprio esercito di pendolari da e verso Catania, con ricadute consistenti e ancora difficilmente valutabili sull’economia legata ai trasporti pesanti di merci e prodotti alimentari, considerato che il transito sarà interdetto con viabilità alternativa obbligata per tutti i camion oltre i 35 quintali, mentre le stesse linee extraurbane, come l’Ast, stanno già provvedendo a garantire i collegamenti con pulmini più “leggeri” da 19 posti, perché chissà per quanti mesi i bus non potranno attraversare il ponte di via Spagnola.
«Stiamo facendo tutto il possibile ma non possiamo essere lasciati soli in questa situazione», dice allarmato il sindaco di Aci Castello Filippo Drago. «Da anni c’erano problemi per il ponte che fu costruito dall’Anas oltre mezzo secolo fa su un corso d’acqua e su un terreno argilloso, ora i rilievi con i vetrini dei tecnici del Genio civile hanno accertato un allargamento delle fenditure, due o tre tiranti su sette si sono staccati, e dunque si renderà necessario da lunedì limitare la viabilità a un’unica corsia centrale, esclusi i mezzi oltre 35 quintali, con semaforo alternato nei due sensi di marcia. Chiediamo la collaborazione di tutti i comuni vicini – aggiunge Drago – la nostra stima è che la viabilità ridotta sull’ex Statale 114 riguarderà potenzialmente 300mila pendolari tra i comuni di Acireale, Valverde, San Gregorio, Aci Catena e Catania, con ricadute su tutta la costa jonica fino al Giarrese. Da oggi potenzieremo la segnaletica indicando la viabilità alternativa anche con cartelli luminosi per “aggirare” il ponte, da via Parafera e via Vampolieri verso Acireale, e da via Scalazza e via Dusmet da Aci Trezza verso Catania, ma lo stesso dovranno fare i comuni vicini, altrimenti qui confluirà un traffico che non potrà essere smaltito».

Una situazione che è già di preallarme, insomma, in un’area fragile su cui si concentrano peraltro opere molto delicate.
«Qui abbiamo il cantiere del collettore, quello della condotta pluviale di via Litteri, e ancora la prossima messa in sicurezza dell’alveo del torrente Barriera, con demolizione e ricostruzione di un tratto di via Livorno».

Da Aci Castello, intanto, è già stato lanciato un Sos alla Regione. «Ho appena scritto al governatore Musumeci – dice Drago – non possiamo affrontare questa emergenza da soli, ho chiesto che in base al recente decreto regionale che costituisce un Ufficio speciale per queste criticità, si possa accelerare la convenzione per il supporto di un ingegnere specializzato, del quale avremo bisogno per la messa in sicurezza del ponte. Bisognerà anche capire se basterà una manutenzione straordinaria, o se si dovrà demolirlo e ricostruirlo». Lunedì, intanto, scatterà l’ora X, e mai come in questo caso serviranno misure da area metropolitana, perché Aci Castello è davvero troppo piccolo per un problema così grande.

Il Sindaco di Aci Castello: Diego Drago, SS 114
Il Sindaco di Aci Castello: Diego Drago, SS 114

Il Sindaco di Aci Castello: Diego Drago

“Siamo molto preoccupati per ciò che potrà accadere da quì ai prossimi mesi, perchè la ex statale 114 nel Comune di Aci Castello è una strada di collegamento di rilievo extraregionale, visti i flussi giornalieri che ogni giorno la percorrono – afferma il sindaco Filippo Drago. In più, nel nostro territorio, siamo nel bel mezzo dei lavori di realizzazione del collettore fognario (su cui pende un’infrazione comunitaria) e, sempre ad Aci Trezza, in esecuzione di una sentenza giudiziaria è in corso il cantiere per la costruzione di un collettore per le acque piovane. Insomma un’autentica catastrofe che, come amministrazione comunale, stiamo cercando di fronteggiare con ogni mezzo è possibile, anche a seguito dell’incontro avvenuto ieri in Prefettura sulla questione. Faccio, quindi, prima di tutto appello ai cittadini dei comuni limitrofi e non solo, ma anche del comprensorio di Giarre e di Misterbianco, perché facciano in modo di evitare di transitare su questa porzione di via Livorno e scegliere una viabilità alternativa a monte. Ringrazio intanto il presidente dell’Ast, Gaetano Tafuri, per essersi immediatamente attivato.

Nel contempo – aggiunge Drago – a nome dell’amministrazione comunale chiedo aiuto alla Regione Siciliana, al presidente Nello Musumeci ed all’assessore alle infrastrutture Marco Falcone, per le urgenti attività di messa in sicurezza e per le eventuali azioni di demolizione e ricostruzione, considerato che la somma non sarà di certo irrisoria.
In questa vicenda a metterci la faccia non è soltanto l’amministrazione comunale che, nonostante sia stata quasi lasciata sola da tutti sta ponendo in essere tutti gli strumenti possibili per lenire al massimo i disagi che scaturiranno, ma soprattutto dovranno essere le istituzioni governative nazionali e regionali che non potranno di certo rimanere indifferenti, nella gestione dell’emergenza e nella messa in sicurezza e ricostruzione della struttura. Quà c’è in gioco la sicurezza e la sopravvivenza di una parte cospicua della provincia di Catania che non può permettersi di rimanere a lungo in queste condizioni.”

Planimetria da “Google Map

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