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Bibite dietetiche e rischio di ictus e demenza: dobbiamo preoccuparci?

Esistono moltissime ragioni per evitare le bibite gassate, dietetiche o meno che siano, ma i risultati riportati da un recente studio sono stati spesso esagerati dalla stampa

 

 

 

 

“Scienziati lanciano l’allarme: le bibite dietetiche associate a ictus e demenza”: questo sembra sia stato, anche in Italia, lo standard per riportare i risultati di un recente studio pubblicato dalla rivista Stroke.

Il problema è che l’allarme lanciato da questi studi esiste solo sulla maggior parte dei giornali, che sembrano aver sistematicamente impresso uno spin sensazionalista alla notizia. Che nessun medico raccomandi il consumo di bibite, dietetiche o meno che siano, non è in minimamente discussione, senza contare negli ultimi anni sono venute a galla le preoccupanti tattiche usate dalle aziende produttrici per aumentare il consumo e difendere il prodotto dalla scienza scomoda. Come spiega anche il gruppo di watchdog Healthnewsreview.org il punto è un altro: lo studio è stato troppo spesso raccontato omettendo dettagli fondamentali che permetterebbero di dargli il giusto valore.

Lo studio prima di tutto non è un esperimento (trial clinico), ma osservazionale.

I dati provengono dal Framingham Heart Study, che dal 1948 segue un gruppo di persone (coorte) reclutate a Framingham (Massachusetts) e i loro discendenti, con l’obiettivo di comprendere meglio i fattori di rischio delle malattie. Si tratta di una precisazione importante perché quello che fanno i ricercatori in questo caso è cercare la presenza di associazioni statistiche che potrebbero essere dovute a un legame causa effetto. Il condizionale è d’obbligo perché è impossibile stabilire un legame causale in questo modo ma, come ha spiegato Wired affrontando il caso di cancro e cellulari, anche questi lavori sono indispensabili agli epidemiologi.

 

Fonte: Wired.it ; rivista Stroke

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