Catania, Municipio, San Cristoforo

San Cristoforo ostaggio della malavita, i cittadini accusano: Amministrazione comunale assente!

 

 

 

 

 

 

 

Via Santa Maria delle Salette, piazza Don Puglisi e piazza Bonomi triangolo dello spaccio. Aree impraticabili sottratte alla città onesta. Insegnanti, presidi, associazioni, e cittadini uniti insieme per gridare a gran voce i problemi di San Cristoforo troppo spesso ignorati. Il Coordinamento Verde e Salute coinvolge i cittadini per la riappropriazione degli spazi e l’incremento del verde pubblico

Le strade sono deserte, regna un silenzio pesante: solo il rumore delle auto che passano e quello inconfondibile degli zoccoli dei cavalli che trainano i calesse. Agli angoli di piazza Bonomi, volti diffidenti squadrano in maniera ostile chi non è del quartiere e motorini con a bordo ragazzi, forse anche minorenni, fanno più volte il giro della piazza.


Questa è l’atmosfera che si respira a San Cristoforo dove le piazze non sono un luogo da frequentare, il verde pubblico non esiste, gli spazi per i bambini nemmeno e sulle strade cavalli magrissimi vengono allenati a trainare carretti.

Durante un incontro tra il Coordinamento Verde e Salute, le associazioni, alcuni cittadini, presidi e insegnanti della zona, in via Santa Maria delle Salette, la testimonianza del signor Mario, un residente da circa 30 anni attento alle vicende del quartiere, tocca dei nervi scoperti.

“Il quartiere è occupato dalla mafia che controlla il territorio –racconta il cittadino-. Queste tre zone, via Santa Maria delle Salette, piazza Don Puglisi e piazza Bonomi sono piazze di spaccio in mano ai pusher delle famiglie mafiose della zona. In piazza Don Puglisi c’è anche una discarica abusiva sequestrata dalla finanza dove si trova l’amianto. Inoltre sono state tolte le lampadine dai lampioni così i pusher lavorano meglio, al buio”.

La situazione è davvero pesante e pensare a un recupero del quartiere sembra quasi utopistico. “Le cosche non vogliono che diventi uno spazio utilizzato dai cittadini, donne e bambini, nessuno deve passare di la –continua il signor Mario con la rassegnazione e consapevolezza di chi ha vissuto nel quartiere per 30 anni-. Le gente deve essere tenuta lontana perché altrimenti non riescono a vendere la droga. Gli spazi gli servono a questo. La stessa cosa accade nelle altre piazze”.

C’è anche tanta gente onesta a San Cristoforo che però vive in condizioni di indigenza e ha paura. “Piazza Bonomi è un vero e proprio fortino non un’agorà che i cittadini possono frequentare tranquillamente –continua uno dei cittadini-. Io so che la gente vorrebbe stare meglio, ma per iniziare a riappropriarci del quartiere, attraverso la creazione di parchi e il recupero delle piazze, bisogna partire da un processo di informazione/formazione rivolto a tutti cittadini della zona”.

Ma dov’è l’Amministrazione alla luce di tutto questo disagio che ha risucchiato un polmone così importante della città? Sono mai stati fatti dei progetti di recupero a San Cristoforo? Gli animi si accendono e cittadini e associazioni non hanno per nulla parole benevole verso l’Amministrazione la cui assenza nel quartiere è palpabile. San Cristoforo non è menzionato, nemmeno una volta, neanche nel fantasioso rendiconto a cui Enzo Bianco venne costretto da 26 consiglieri comunali circa un mese fa, dove aveva decantato le proprie buone azioni per la città.

“Il sindaco è venuto varie volte in visita a San Cristoforo ma forse ha fatto finta di non vedere cosa accade nel quartiere in particolare in queste tre piazze –afferma il signor Mario-. L’assessore D’Agata ha fatto solo delle promesse. Non hanno interesse a risolvere il problema. Abbiamo chiesto, come cittadini, alle istituzioni e alle forze dell’ordine di controllare questi luoghi, ma non ci ascoltano. Le forze dell’ordine hanno paura di scontrarsi fisicamente con i pusher e hanno ragione. San Cristoforo si autogoverna! Il governo è una dittatura che si chiama mafia”.

Il signor Mario racconta che tra il 1988 e il 1989 esisteva un progetto, chiamato San Cristoforo Sud, per il quale erano stati previsti circa 30 milioni di vecchie lire con l’obiettivo di recuperare tutti i capannoni abbandonati del quartiere, trasformandoli in centri polifunzionali, e creare dei parchi, ma non venne mai attuato nulla. “In quel periodo –racconta- piazza Don Puglisi, vicino via Santa Maria delle Salette, era una collina di rifiuti utilizzata dai mezzi della nettezza urbana del comune, mentre nel piano regolatore del ’64 (il vecchio piano Piccinato ndr) era concepita come area verde. Poi venne ripulita, ma a causa delle varie speculazioni edilizie fu nuovamente deturpata. Ora è impossibile passare di là, non ci si può avvicinare!

Dal canto suo Coordinamento Verde e Salute, rete di associazioni, nasce dall’esigenza di dare un contributo alla città e avanza delle proposte per San Cristoforo che, potrebbero rappresentare un piccolo passo verso una rinascita. “Pensiamo che il verde urbano debba essere un elemento fondamentale per la salute dei cittadini perché quello che molti non sanno, compresa la politica, è che è fondamentale per il benessere fisico e psicologico –afferma Giuseppe Rannisi della LIPU-. Le foglie degli alberi producono ossigeno e assorbono l’anidride carbonica, contrastando così l’inquinamento”.

“Vorremmo avviare un programma di bio-compensazione a San Cristoforo cioè realizzare delle aree verdi permanenti e riappropriarci degli spazi –prosegue l’associazione-. Ci sono delle leggi che stabiliscono di incrementare il verde ma non viene fatto. Inoltre è una risorsa importante perché abbatte le temperature, quindi pensare a una deforestazione urbana sarebbe controproducente”.

Il coordinamento, appellandosi al comune e informando i cittadini propone di recuperare i parchi abbandonati e creare altri spazi di verde nel quartiere; promuovere gli orti urbani attraverso il coinvolgimento delle scuole e fare informazione ai cittadini del quartiere per far capire l’importanza delle piante per la salute fisica e psicologica delle persone. Se non viene incrementato il verde in un quartiere che ne è totalmente privo come San Cristoforo, sostengono in sostanza, non si fa altro che accelerare i processi di inquinamento a danno della salute delle persone.

Una dura presa di posizione, insomma, di associazioni e mondo della scuola, ma prima di tutto catanesi che puntano il dito sulla totale assenza e inefficacia dell’Amministrazione che con quest’atteggiamento condanna il quartiere a un immobilismo senza precedenti.

Fonte: SudPress

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