Note di D'AntonI

Papa Francesco, l’eredità del pastore

Papa Francesco, l’eredità del pastore

L’espressione “l’eredità del pastore” riferita a Papa Francesco evoca il cuore del suo pontificato: non tanto un’eredità dottrinale o istituzionale, ma una testimonianza pastorale, centrata su misericordia, vicinanza, umiltà e riforma spirituale della Chiesa. Vediamo cosa potrebbe costituire la sua “eredità del pastore”

• Una Chiesa in uscita – Papa Francesco ha più volte richiamato l’urgenza di una Chiesa missionaria, che esca da sé stessa, dalle logiche clericali, per andare incontro agli ultimi. Celebre è la frase: “Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità.” (Evangelii Gaudium, 49). Eredità: La pastorale prima della dottrina; Attenzione ai periferici: poveri, migranti, carcerati, scartati; Invito a “sporcarsi le mani” nel ministero quotidiano
• Cura del creato – Con l’enciclica Laudato sì (2015) ha proposto una vera ecologia integrale, che unisce la tutela dell’ambiente con la giustizia sociale. Eredità: L’ambiente come tema teologico, non solo sociale; L’inquinamento spirituale e materiale legati; Appello profetico a conversione ecologica
• Misericordia come criterio supremo – Nel Giubileo della Misericordia (2015–2016) e in tutta la sua predicazione, Francesco ha centrato la fede sulla misericordia di Dio, più che sul giudizio o sulla condanna. Eredità: La Chiesa come ospedale da campo; Apertura pastorale a divorziati risposati, omosessuali, lontani; Il confessionale come luogo di accoglienza, non di tortura.
• Riforma della Chiesa – Francesco ha avviato una riforma concreta. Curia romana: riorganizzata con la Costituzione Praedicate Evangelium; Trasparenza economica; Semplificazione di ruoli e strutture; Tolleranza zero verso abusi e corruzione (con risultati misti). Eredità: Volto umano e misericordioso della Chiesa; Pastori con l’odore delle pecore, non funzionari

Papa Francesco ha incarnato un modello di spiritualità pastorale profonda- mente evangelica,centrata sulla prossimità e sul servizio. Il pastore, per lui, non è un principe ma un servo del popolo di Dio, in cammino con il suo gregge.

  • Umiltà: Francesco ha rinunciato a molte delle forme esteriori del potere papale (scarpe rosse, appartamenti papali, cerimonie sontuose), preferendo uno stile sobrio.
  • Misericordia: Ha fatto della misericordia il fulcro della fede cristiana, al punto da affermare: “Il nome di Dio  è Misericordia.” Ha portato questo concetto anche nel diritto canonico, ad esempio semplificando l’iter per le nullità matrimoniali.
  • Prossimità: Non governa dall’alto, ma si avvicina: visita carceri, lavora con migranti, chiama le persone al telefono.

Questa spiritualità è destinata a rimanere: non un cambiamento dottrinale, ma un cambio di sguardo sulla fede e sul ruolo del pastore. Francesco ha ripetutamente proposto l’immagine della Chiesa non come fortezza ma come ospedale da campo, pronta a curare ferite, non a giudicare.

Implicazioni pastorali:

  • Accoglienza prima del giudizio: il primo annuncio deve essere la gioia del Vangelo, non norme morali.
  • Inclusione: anche chi vive situazioni “irregolari” (divorziati risposati, persone LGBTQ+) non deve sentirsi escluso dalla vita della comunità cristiana.
  • Chiesa pellegrina: meno dottrinaria, più esperienziale, attenta alle storie individuali.
  • La sinodalità come stile e metodo ecclesiale: Uno dei temi più rivoluzionari (anche se radicato nei primi secoli della Chiesa) è la sinodalità: l’idea che tutta la Chiesa – laici, religiosi, vescovi – cammini insieme, ascoltandosi a vicenda.

Contributi concreti:

  • Sinodo sulla sinodalità: ha coinvolto le Chiese di tutto il mondo in ascolti locali e consultazioni.
  • Valore della voce dei laici: soprattutto delle donne, degli emarginati e dei giovani.
  • Critica del clericalismo: Francesco lo ha definito “una perversione”, perché chiude il pastore in un ruolo di potere anziché di servizio. “Ciò che Dio ha a cuore è che nessuno sia escluso.” (Fratelli Tutti, 3)

Con l’enciclica Laudato sì (2015) Francesco ha ampliato il campo della pastorale includendo il creato come parte della cura pastorale.

Punti salienti:

  • La crisi ambientale è anche una crisi spirituale e sociale.
  • L’uomo non è padrone della Terra ma custode.
  • Un’economia che distrugge la natura distrugge anche i poveri.

Francesco non si è limitato alla spiritualità: ha avviato anche riforme istituzionali importanti, pur in mezzo a forti resistenze.

Riforme principali:

  • Curia romana: con la nuova costituzione Praedicate Evangelium (2022) ha semplificato e reso più trasparente il governo centrale.
  • Economia Vaticana: ha lottato per trasparenza e contro la corruzione.
  • Giustizia interna: ha promosso leggi per giudicare vescovi colpevoli di abusi o coperture.
  • Decentramento: dà maggiore autonomia alle conferenze episcopali, rendendo la Chiesa più locale e meno centralizzata.

Eredità “incompleta” e sfide future. Molti aspetti del suo pontificato restano aperti:

  • Il ruolo delle donne nella Chiesa (possibili diaconato o nuovi ministeri)
  • L’efficacia reale della riforma della Curia
  • Il futuro della sinodalità come modello di governo duraturoIl futuro della sinodalità come modello di governo duraturo
  • L’equilibrio tra dottrina e pastorale in un mondo che cambia
  • Conclusione: il lascito del pastore
  • Papa Francesco lascerà un’eredità non solo da leggere, ma da vivere. Un’eredità che non consiste in nuovi dogmi, ma in un nuovo modo di essere Chiesa:

Papa Francesco lascerà un’eredità non solo da leggere, ma da vivere. Un’eredità che non consiste in nuovi dogmi, ma in un nuovo modo di essere Chiesa.

Orazio D’Antoni

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